COME A FACCIAMO A CAPIRE CHE SI TRATTA DI AUTISMO?

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QUALI SONO I SEGNI E I SINTOMI DELL’AUTISMO?

L’autismo è una sindrome, cioè un insieme di sintomi che si manifesta in un’ampia gamma di comportamenti anomali, diversi da persona a persona, che si raggruppano in due principali caratteristiche sintomatologiche. La prima comporta una compromissione dell’interazione sociale e della comunicazione, la seconda riguarda alcune specificità rilevate nelle modalità di comportamento, nel nutrire interessi ristretti e svolgere attività limitate, contraddistinte da ripetitività e atteggiamenti stereotipati.

COME SI MANIFESTA?

L’autismo ha un esordio precoce, si manifesta già nella prima infanzia. I primi segni di un’alterazione di alcuni aspetti del comportamento si rendono evidenti già nel secondo anno di vita. In genere entro i tre anni si perviene ad una diagnosi. 

Si caratterizza per l’assente o diminuita comunicazione non verbale: lo sguardo, l’espressione mimica, le posture corporee e tutti quei gesti tipici della relazione (sorriso, saluto, abbraccio) non fanno parte del comportamento del bambino autistico.

L’attenzione congiunta risulta compromessa: il bambino non presta attenzione e nemmeno richiama l’attenzione degli altri sugli oggetti. Vi è anche in genere una spiccata assenza di reciprocità sociale ed emotiva, che si manifesta con isolamento, rifiuto o ricerca incongrua di contatto fisico, passività, e una tendenza a coinvolgere l’altro per l’aiuto “meccanico” funzionale alle proprie esigenze. Indifferente alle separazioni, il bambino autistico pare non essere in grado di condividere gioie e dolori, e risulta poco interessato gioco sociale coi gli altri bambini, difficilmente in grado di esercitare un no controllo emotivo congruo in ambito sociale, disinteressato e incurante delle norme sociali e della propria e altrui privacy.

Una buona percentuale dei bambini autistici presentano un ritardo di sviluppo o una totale mancanza di linguaggio parlato (50%), senza tentativi di compensare la mancanza di comunicazione verbale in altri modi. Quando invece il linguaggio non è assente, si osserva una variabile incapacità di iniziare o sostenere la conversazione.  

Il linguaggio si presenta spesso stereotipato, ripetitivo o eccentrico, caratterizzato da ecolalia, inversione pronominale, difficoltà prosodiche, compromissione della pragmatica, difficoltà nella comprensione letterale di un testo, produzione di neologismi, mancata comprensione di metafore e giochi di parole, ripetizione di frasi prese da film, cartoni, pubblicità, canzoni.

Crescendo il bambino autistico mostra a volte interesse verso ambiti specifici nei confronti dei quali mette in atto atteggiamenti stereotipati e fornisce spesso prestazioni eccellenti (si veda, ad esempio, il film Rain Man) nella memorizzazione di date, numeri di telefono, frequenze di trasmissioni radiofoniche, date di nascita, targhe e modelli di auto, e così via.

Purtroppo la persona autistica è molto sensibile al cambiamento di quelle abitudini di cui ha la necessità di fare esperienza in maniera rigida, senza poter contemplare alcuna modificazione della modalità cui egli è abituato. Non di rado ai piccoli cambiamenti nell’ambiente quotidiano possono causare reazioni catastrofiche e grande sofferenza emotiva. Allo stesso modo, vi è un certo assoggettamento a diversi rituali, come lavarsi le mani, percorrere ogni giorno la stessa strada o suddividere in un certo modo il cibo nel piatto.

Anche l’attaccamento eccessivo a oggetti inanimati sembra contraddistinguere buona parte dei bambini autistici: giocattoli o peluche, ma anche un pezzo di spago o un tubo. Il loro interesse spesso riguarda parti specifiche degli oggetti, che attirano la sua attenzione, come le rotelline dei giocattoli, le porte scorrevoli, la centrifuga della lavatrice, le pale del ventilatore e altri oggetti che ruotano.

Sono spesso presenti stereotipie motorie: si può trattare di movimenti afinalistici delle mani, l’abitudine a dondolarsi, fare smorfie particolari, accompagnati ad andatura a volte ipotonica o ipertonica.

La difficoltà di astrazione impatta necessariamente sul gioco simbolico, che appare spesso molto compromesso o assente in conseguenza della mancanza di immaginazione e quindi della impossibilità di ipotizzare una finzione, modalità necessaria nel gioco in cui “si fa finta”, impersonando personaggi di fantasia, ruoli adulti, o immaginandosi in situazioni particolari.

ESTREMA VARIABILITÀ DEI SEGNI CARATTERISTICI

È tuttavia importante non dimenticare che gli aspetti sopra citati non sono sempre tutti presenti, e si manifestano con intensità molto differenti in ogni individuo. Per questo motivo si ritiene più corretto far riferimento all’autismo definendolo non in maniera univoca, ma come sindrome dello spettro autistico, fino a concettualizzare la presenza di diverse tipologie di autismo, che porta conseguentemente a parlare di autismi, piuttosto che di autismo.

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