AUTISMO. LA PAURA DEL DIVERSO.

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IL TERMINE AUTISMO DERIVA DAL GRECO E SIGNIFICA “RIPIEGATO SU SE STESSO”. LA GENTE CHE NE SOFFRE SI CREA IL PROPRIO MONDO PER PROTEGGERSI?
Domanda interessante perché pare dover rispondere al quesito: nasce prima l’uovo o la gallina? Mi spiego: la sindrome fa ripiegare la persona con autismo su se stesso come sintomo, o questi si ripiega su se stesso per proteggersi a causa della sua fragilità?

Fu Eugene Bleuer nel 1911 a usare per primo il termine “autismo” (“autòs” = “sé stesso”) per descrivere il ripiegamento su sé stessi tipico di alcune fasi della schizofrenia.

Vero è che la difficoltà dell’autistico intrecciare interazioni sociali, a riconoscere ed esprimere emozioni e quindi ad entrare in relazione creano una barriera che può essere intesa come una protezione dal mondo esterno.

LA NOSTRA SOCIETÀ FA SEMPRE MOLTA FATICA AD ACCETTARE LA DIVERSITÀ, VERO?
Certo, la diversità fa paura. Ciò che non si conosce e che temiamo possa riguardare la nostra esperienza di vita crea ansia e tendiamo a tenerlo fuori dal nostro mondo. Qualcosa che non ci riguarda, che non fa parte della nostra vita.

Le persone si sentono in difficoltà di fronte ad una persona autistica e ai più ancora non è chiaro di cosa si tratti.

IL PROBLEMA DI QUESTE PERSONE È ANCHE QUELLO DI SENTIRSI DIVERSI E QUINDI GIUDICATI. È MOLTO IMPEGNATIVO SENTIRSI DIVERSI?
Non tutte le persone con autismo sono consapevoli della loro specificità, evidentemente questo dipende anche dal diverso grado di compromissione. Trattandosi di una sindrome, l’autismo può manifestarsi in modi differenti, impattando con grande variabilità sul quello che viene definito il funzionamento dell’individuo. La sindrome di Asperger ne è un esempio, perché in questo caso l’area del linguaggio ne è preservata e i segni si manifestano piuttosto nella sfera della pulsioni che risultano difficilmente armonizzate all’interno della persona. Le ricerche dei neuroscienziati italiani coordinate dal Prof. Gallese hanno evidenziato una popolazione di neuroni cerebrali, i neuroni specchio, deputati a riconoscere nell’altro le emozioni attraverso la mimica facciale, il tono della voce, la postura corporea e che sono alla base dell’empatia, la capacità di immedesimarsi nell’emozione dell’altro e quindi di comprenderla e di compatirla (patire insieme). L’area cerebrale sede dei neuroni specchio risulta poco responsiva, sebbene con gradazioni molto diverse in ciascun individuo, a svolgere la funzione di specchio; per questo nel campo delle neuroscienze recentemente si parla di “teoria dello specchio rotto”, che gioca il ruolo preminente sulle interazioni sociali e, anche, sulla consapevolezza della propria stessa difficoltà.

PER SAPERNE DI PIÙ
Contatta l’ASI (www.autismo.ch),  l’associazione ticinese che promuove il dialogo tra le famiglie e con i vari servizi che operano sul territorio per favorire la conoscenza e consapevolezza del Disturbo dello Spettro Autistico. Offre alle famiglie un aiuto concreto promuovendo momenti d’incontro per la condivisione delle esperienze, e con professionisti per fornire consulenza e sostegno. Informazione e sensibilizzazione sono gli obiettivi che ASI persegue con passione e dedizione per favorire l’inclusione.

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